dintorni

parliamo un po' di cosa scrivere in questo spazio qui

marzo 29, 2004

“Hai capito, no?”

Un colpo sordo, proveniente dall’esterno, una via di mezzo tra un tonfo e un boato.
Lo zingaro ebbe un fremito, appena percettibile, e si affrettò a girare attorno al bancone, come per avere le spalle rivolte al muro e il locale sotto controllo visivo. A S_ parve un comportamento di eccessivo allarme. I biondi, seduti al tavolo più vicino all’ingresso, sobbalzarono e si guardarono attorno, destra-sinistra, come se avessero udito la prima tromba dell’Apocalisse. Solo papà-biondo rimase calmo, levando lentamente gli occhi verso il soffitto. S_ vide distintamente l’immagine che si dipingeva nel suo sguardo: la grossa familiare parcheggiata lì davanti (colpita? ammaccata? distrutta?) e il tir del camionero appena uscito dal locale (ma era ancora lì fuori? se ne stava andando o era già partito da un pezzo?). S_ si meravigliò di non aver reagito in modo istintivo e scomposto al forte rumore. Allo stesso tempo provò un certo piacere nell’assistere, spettatore unico e divertito, alle reazioni degli altri presenti, e già si preparava a gustare le loro prossime mosse, senza rinunciare alla scommessa di veder rientrare in scena, da un momento all’altro, lo sbracato camionero.
Tanto per mostrare pubblicamente la sua freddezza, decise di dedicarsi in modo ostentato alla lettura dei fondi di caffé, giochino che aveva imparato da una sua ex-fidanzata serba (attualmente moglie del boss dell’ippodromo locale nonché sua informatrice personale sulle corse più truccate della settimana). Rovesciò la tazzina e attese che il liquame marrone, la sottile bava giallognola e i numerosi corpuscoli neri si disponessero nell’incavo circolare al centro del piattino. Sava gli aveva insegnato che a volte sono necessari alcuni minuti per mettere a fuoco la figura che appare ma poi, un po’ come in quei poster 3-D, all’improvviso saltava fuori un’orchidea, un jet, uno stegosauro...
Stavolta no. Stavolta l’immagine apparve di botto e colse S_ con la tazzina ancora a mezz’aria. Immobile, tentò di sorridere per dissimulare l’imbarazzo.
Lo zingaro lo osservava, con una faccia che diceva “Hai capito, no?”.