dintorni

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marzo 24, 2004

La quinta di Cagnes

Ecco infine riunito un simpatico terzetto nel cyberspazio, che altri chiama la blogosfera, e che però, per restare terra-terra, identificherei come un punto (baricentro, isocentro, culocentro? help) al centro del triangolo A-M-Z, individuabile grosso modo nei dintorni del casello autostradale di Tolosa Est, tra il Carrefour e il benzinaio Elf. Lì c'è un piccolo server, gestito da uno zingaro, con pastis, giornali, flipper e un televisore che trasmette in loop squallide corride di Arles. La puzza di chiuso è quasi nauseabonda. Luci basse, niente finestre. I bicchieri dietro il bancone ballano ogni volta che passa un tir nel retro. Portacenere gialli, della Ricard, deformi. Alle pareti un paio di gagliardetti del Rugby Toulouse e un'icona della Madonna Nera di Tyro con un sigaro in bocca e una Beretta calibro 9 parabellum sotto l'ascella.
S_ sta seduto al tavolo in fondo, accanto al bancone, con una copia di Paris-Turf aperta sulla riunione pomeridiana di trotto a Cagnes sur Mer; circoletti e pallini sono tracciati a pennarello su alcuni partenti della quinta corsa. Lo zingaro sghignazza seguendo, con un occhio chiuso, le impacciate gesta del giovane espada marsigliese, Manuel Le Formidable: "Ah, le mec là... no se torna jamais dans l'arena, scommetti?". S_ sorride, ma non ha capito un cazzo. La quinta di Cagnes, a pensarci bene, fa schifo.